Così può essere inteso l’articolo apparso su Il Messaggero
di oggi (26 aprile), a firma di Paolo Rumiz (Dodici domande alla Regione sulla “bomba”
Mediocredito).
Paolo Rumiz è il giornalista che per primo denuciò la
situazione critica delle Cooperative Operaie di Trieste nel 2012. Ora
scoperchia un rischio 6-7 volte maggiore di quello, costituito da un miliardo
di euro di “incagli” ovvero di crediti inesigibili. Scrive Rumiz: Il crack di “Mediocredito
potrebbe letteralmente affondare i nostri conti e in particolare quelli
triestini”.
La “bomba” Mediocredito infatti è la Banca collegata alla
Regione FVG, ed è detenuta da MC (finanziaria regionale) per il 51% e dalla
Fondazione CRT (Cassa di Risparmio di Trieste) per il 32%. Molte informazioni riguardo la banca, comprese le interrogazioni dei 5 Stelle, possono essere
ritrovate qui.
Le analogie con le Cooperative Operaie sono estremamente preoccupanti:
a) “il buco si è approfondito nella
precedente legislatura regionale”, b) vi è colpevole sottovalutazione da parte
dell’attuale maggioranza, b) i politici e rappresentanti delle istituzioni “tengono
sotto esame” la situazione ma non hanno preso nessun provvedimento urgente, c)
gli ultimi tre esercizi sono in grave perdita, d) i vertici di Mediocredito
sono sempre gli stessi e continano a percepire stipendi da sogno, e) le
istituzioni di controllo sembrano non accorgersi di nulla (i.e. Banca d’Italia,
Corte dei Conti), f) a rimetterci potrebbero essere i soci ed i titolari dei
depositi.
L’aricolo di Rumiz (a cui rimando) conclude invitando la
Presidente Regionale a rispondere con chiarezza alle sue dodici domande e ad
evitare espressioni interlocutorie (tipo “stiamo approfondendo”), di cui è
maestra.
PS Noto che l’articolo del valente giornalista triestino non
è pubblicato su Il Piccolo, ma su Il Messaggero, pur essendo riguardando da
vicino i triestini. Avrebbero potuto benissimo pubblicare su entrambe le
testate, come fanno spesso i due giornali dello stesso editore per argomenti di
interesse regionale.
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