domenica 31 maggio 2015

Aggiornamento 31 maggio


Il 30 Maggio è stato reso noto su Il Piccolo il risultato della votazione dei soci prestatori riguardo l'approvazione o meno del piano concordatario. Come previsto da tutti, l'approvazione è stata pressocchè unanime (98,8% di sì), grazie anche alla particolare norma del silenzio assenso.
Ma torniamo un attimo alla nostra iniziativa.

Grazie ad essa abbiamo avuto una cinquantina di adesioni, si intende di persone che desiderino agire per recuperare il più possibile di quanto "bloccato", il 100% appunto. In attesa degli sviluppi, si possono fare le seguenti considerazioni.

Attualmente, dal punto di vista pratico, ci sono due possibilità: o aderire all'azione dell'avvocato (1), oppure attendere. Le azioni legali possibili ed utili deriveranno dai riscontri e dalle decisioni della magistratura. E pure dalle mosse dei difensori degli indagati. C'è infatti anche la possibilità che questi ultimi chiedano il patteggiamento. In questo caso la Procura potrebbe subordinarlo al versamento di una somma a favore dei danneggiati, quelli compresi nella procedura del concordato. In caso di patteggiamento, il processo non verrà fatto (!) e NON ci si potrà costituire parte civile nel processo penale.

Altra eventualità, è che venga decisa l' “azione civile di responsabilità” da parte dell'Amministratore giudiziario (avv Consoli), di concerto con il Commissario Liquidatore (probabilmente ancora avv Consoli). Questa precluderà la possibilità dei debitori di agire singolarmente in sede civile sugli stessi individui.

Nel caso che il processo penale inizi (verso coloro che sono ritenuti in varie modalità responsabili dalla Procura) e non si verifichino le preclusioni summenzionate, allora l'azione dei singoli soci potrà avvenire (costituendosi appunto in parte civile). Detta azione sarà rivolta solo nei confronti degli imputati nel processo penale.

Altra possibilità sta in un eventuale causa civile, in Italia spesse volte lunga ed incerta (ma nell'Italia dei tribunali, cosa mai vi è di certo?). In attesa di ulteriori sviluppi, l'avvocato (2) ha deciso di “giocare d'anticipo”, ovvero di scrivere una raccomandata alla Regione per “metterla in mora”. Si tratta di chiedere formalmente i danni - adesso - per interrompere i termini della prescrizione. NB Questa operazione, svolta dall'avvocato (2), è “a costo zero” e si prefigge di intentare successivamente una causa civile contro la Regione, se le condizioni lo permetteranno.

Riassumendo, ora o si aderisce all'azione dell'avv (1), oppure si “resta alla finestra”. Successivamente, coloro che saranno rimasti in attesa potranno scegliere se desistere, oppure ancora rivolgersi all'avv. (1) che procede comunque, oppure – se ci fossero ulteriori numerose adesioni oltre a quelle già contate – considerare altri studi legali, come per esempio quello dell'avvocato (2).

Note

a) Avvocati (1) e (2): consultati e menzionati nel Gruppo Facebook salvagentecoop.

b) Abbiamo comunicato direttamente via email con tutti coloro che ci hanno scritto o che ci han lasciato il loro indirizzo di posta elettronica.

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