lunedì 16 marzo 2015

Finalmente un lieve segno di resipiscenza da parte della Regione!



Su Il Messagero del 15 marzo, Maura Delle Case ha sintetizzato così nel titolo: “E’ finito il boom degli ipermercati in FVG, negozi vuoti, ampliamenti sospesi”.
Con (almeno) un decennio di ritardo, alla Regione pensano di ricorrere ai ripari. Infatti il “Fvg è al vertice in
Italia per spazi commerciali e così la crisi ha investito anche la grande distribuzione”. La presidente regionale Serracchiani ha incaricato l’assessore Santoro di redigere uno studio che fotografi la situazione attuale. Infatti, a dispetto del buon senso, vi sono ancora grandi progetti di costruzione ed ampiamento dei centri esistenti da noi. Santoro ha incaricato l’Insiel di effettuare uno studio  “mai fatto prima” sui piani regolatori comunali, ed ha già anticipato che questo lavoro “svelerà numeri da brivido”!! Nel frattempo verrà “stoppata l’espansione dell’Ikea a Villesse” ed di molti altri siti citati nell’articolo.

Finalmente mostrano di accorgersi  che “dietro ai centri commerciali, c’è un’interminabile fila di esercizi medi e piccoli che vivono allo stremo delle forze. Chi non ha chiuso, tiene duro a fatica. E rischia il tracollo se nuove attività verranno aperte”.

E’ quello che osservavamo in precedenti interventi. Già all’incirca 12 anni fa Il Piccolo ci informava che i supermercati (allora) erano dimensionati per una popolazione di 6 milioni di persone (quando ce ne sono circa 1,2), in un periodo ancora antecedente al boom di costruzioni!

Allora viene spontaneo chiedersi come mai in tempi recentissimi e con la situazione già ben nota, si progettasse di costruire un altro ipermercato alle Noghere, e oggi ancora sia approvato ed in fase d’avvio il nuovo iper-mega-centro del Silos a Trieste (40.000 metri quadrati!). Le Autorità Comunali in questo caso plaudono ad un’iniziativa che la Regione ritiene pericolosa altrove.

Già, prima bisogna vedere che i disastri previsti avvengano, ai ripari ci si pensa dopo. Questa sembra essere la regola aurea dei nostri rappresentanti (con la acquiescenza pure di gran parte dei rappresentati ...)

Non è necessario essere laureati in economia per capire come una società così sbilanciata  verso il consumo (ovvero il terziario), dove il consumo riguarda articoli che vengono prodotti in una quota sempre maggiore dall’estero, non possa avere un roseo futuro dinanzi a sé. Nel dopoguerra la crisi era paragonabile a quella odierna, ma c’erano le prospettive di miglioramento che ora mancano.

In conclusione, la Regione si accorge con grave ritardo degli errori di programmazione, cerca di evitare che la situazione peggiori ulteriormente, ma non mostra segni di comprensione delle cause che li hanno provocati, e dei rimedi che sono urgenti. Tutto questo (ed altro ancora!) ha creato il pascolo per speculazioni e progetti fallimentari in cui ora noi siamo costretti a dibatterci nel prossimo futuro.

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