mercoledì 18 marzo 2015

Oggi la stampa da i numeri...

Su Il Piccolo di oggi una intera pagina è dedicata alla situazione delle Cooperative Operaie ed alle prospettive economiche del concordato preventivo (il secondo articolo lo potete leggere su "La rassegna stampa" de Il Piccolo, nel post dedicato).

Quando i giornalisti si giostrano con i numeri è sempre pericoloso, e sia i numeri stessi, sia le considerazioni che ne traggono sono sempre da prendersi con le pinze: aritmetica e giornalismo raramente vanno d'accordo.

Analizziamo un po' i dati forniti:

  • Cooperative Operaie è proprietaria di 78 immobili, sparsi in tutta la Regione (ma c'è anche un immobile a Capodistria ed uno a Fiume)
  • l'amministratore giudiziario, avv. Consoli, ha fatto stendere una perizia per ognuno di questi immobili, per determinarne il valore
  • finora sono stati periziati 64 beni, per un valore complessivo stimato di € 88.642.500
  • mancano all'appello ancora le perizie di 14 immobili, alcuni dei quali di discreto valore; ad esempio, mancano le perizie sia l'Ipercoop di Fiume, che il locale di Capodistria (entrambi sono immobili di valore unitario dell'ordine di alcuni milioni di euro; il valore esatto si saprà quando arriverà la perizia)
  • L'ipermercato delle Torri d'Europa, da solo, ha valore stimato € 10.500.000; Gran Duino (esclusi alcuni immobili collaterali non ancora periziati) varrebbe € 7.000.000, ed il Centro Direzionale di via Caboto invece € 8.000.000
Sappiamo che il debito complessivo di Cooperative Operaie ammonta a 133 milioni, divisi tra:

  • debiti a fornitori: 30 milioni
  • prestito sociale: 103 milioni
Con strani ed incomprensibili calcoli, il giornalista arriva a determinare che i soci prestatori otterranno il 56,5% del loro credito.

Analizziamo separatamente i numeri, e confutiamo per intanto l'affermazione giornalistica secondo cui, lapidariamente, "i 30 milioni dei debiti a fornitori vengono prima". Beh, non è così: i fornitori costituiscono una classe differente di creditori rispetto al prestito sociale. Il fatto che abbiano un qualche privilegio rispetto ai soci prestatori è opinabile, certamente nel concordato verrà proposta una percentuale di rimborso dei loro debiti che - inferiore o superiore che sia rispetto a quella del prestito sociale - sicuramente NON sarà il 100%.

Quindi, i dati CERTI che abbiamo sono:
  • debiti a fornitori: inferiori a 30 milioni
  • valore immobili: superiore a 88,6 milioni
  • titoli a garanzia della fideiussione: 37,8 milioni
  • importo da rifondere ai soci prestatori: inferiore a 103 milioni
Apparentemente, la situazione appare più rosea di quanto ci si potrebbe aspettare: in teoria, liquidando tutto il patrimonio immobiliare, sembrerebbe che si riesca a pagare quasi tutto a tutti... ma probabilmente non sarà così, perché tra il dire ed il fare...

Si impongono infatti alcune importanti considerazioni:
  • liquidare gli immobili, soprattutto in questo momento di crisi del mercato, non sarà né facile né veloce;
  • liquidarli tutti sarà semplicemente impossibile;
  • liquidare tutti gli immobili significherebbe inoltre la fine di Cooperative Operaie (ipotesi, peraltro, accennata più volte dall'avv. Consoli), con tutti i problemi conseguenti sul piano dell'occupazione e dell'indotto

Concludendo: non ci resta che aspettare il concordato definitivo (che verrà depositato a giorni), per avere dei numeri precisi. Ed in quel momento potremo:
  • scoprire quanta parte del prestito sociale verrà restituita, ed in quali tempi;
  • capire quale sarà il possibile futuro delle Cooperative Operaie (sempre ché ce ne sia uno)

4 commenti:

  1. Condivido le osservazioni di Franco Tauceri. Ci sono diverse obiezioni da fare sugli articoli di Rauber oggi.
    Ad andare dietro a quei numeri, non si capisce perché ci sia stato un concordato e perché ci sia stata una crisi. Infatti sono stati finora periziati 64 immobili su 78. Quindi aggiungendo quelli mancanti si sfonderanno probabilmente i 100 milioni, a cui sarà da aggiungere ancora l’ “avviamento” per molte attività. In più ci sono i 37,5 milioni delle Generali. La restitutzione potrebbe allora essere superiore al nostro deposito!! (140 - 133 milioni = 7 milioni di guadagno). Naturalmente Piero Rauber si premura di precisare che queste valutazioni sono “sulla carta”, che bisogna vedere “quali saranno in realtà le offerte”. A tal proposito non ho trovato nel testo che vi siano impegni irrevocabili da parte di Coop nordest e Conad. Solo interessamento. E’ molto diverso, tanto più che mancano poche ore (o giorni) alla presentazione del piano
    Nel secondo articolo, Rauber conclude con un 56,5% di restituzione per i Soci prestatori a luglio. Tale percentuale è ottenuta, come ha detto Taucer, senza inclcudere nel calcolo il gruzzolo presente in Generali. Una svista del redattore o c’è altro che noi non sappiamo?

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  2. Eh sì, poi savemo ben come vien fate le stime: xè pieni i giornai de annunci. Voio veder se tuti riva a vender per quel che chiedi!

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  3. ‪#‎COOPTRIESTE‬ - COOP TRIESTE: ANNUNCIATO IL TENTATIVO DI VENDITA DEGLI IMMOBILI PER UNA STIMA DI 90 MLN.
    SIAMO SICURI CHE LA STRADA INTRAPRESA SIA LA MIGLIORE PER TRIESTE?
    E' lecito porsi delle domande di fronte a una vendita a "spezzatino" alle Coop Nord Est (Lega delle Cooperative), a Conad e altri che alla fine vedranno una perdita di posti di lavoro stimata complessivamente in 400 unità: 200 circa tra i dipendenti e 200 fra i fornitori locali e l' indotto.
    Alla fine Trieste avrà una perdita secca: quella che era ormai la più grande azienda triestina finirà di esistere e passerà, a prezzi stracciati, in gran parte alle Coop Nord Est che da tempo ambivano a questo, i centri direzionali e amministrativi finiranno in Emilia, si perderanno posti di lavoro e anche attività dell' indotto locale di fornitori.
    Una situazione analoga è stata vissuta dalle Cooperative Carniche che da tempo erano in sofferenza ma in quel caso i sindaci e i politici locali si sono mobilitati in massa e non si è giunti al punto della messa in liquidazione ma il concordato preventivo viene gestito dalle Cooperative Carniche stesse.
    Per le Coop di Trieste, per quanto da tempo allertata, la politica locale e il sindaco Roberto Cosolini sono rimasti a guardare, lasciando fare al Tribunale.
    Se non possiamo essere teneri nei confronti degli ex-amministratori delle Coop, espressione dei partiti italiani e della Lega Nazionale, nemmeno possiamo esserlo nei confronti dell' inerzia del Sindaco e della politica locale ridotta al rango di spettatori passivi.
    Siamo sicuri che non ci siano soluzioni alternative a questa messa in liquidazione?
    A questa svendita a prezzi ribassati a favore delle Coop Nord Est, del sistema cooperative "rosse" controllato dal PD, e alla Conad ?
    Si è parlato di un piano industriale di cui era imminente l' applicazione: non se ne conoscono dalla stampa i contenuti dettagliati ma siamo veramente certi che non vi si possano trarre degli spunti per arrivare ad esiti meno distruttivi e dannosi per la città?
    Lo stesso comitato dei soci prestatori in passato ha espresso perplessità riguardo ad una svendita degli asset aziendali.
    Infatti, come dice l' articolo di spalla del Piccolo con questa operazione resterebbero scoperti 45 mln del credito dei soci prestatori che alla fine potrebbero recuperare solo il 56,5% del dovuto.
    Se un accorto intervento delle istituzioni locali (Regione e Comune) fosse stato effettuato, come è avvenuto con le Cooperative Carniche, prima che l' intervento del Tribunale scatenasse la corsa al rimborso totale, si sarebbe arrivati a questo?
    E' ancora possibile intraprendere una strada che, riconsegnando le COOP alle decine di migliaia di soci, non danneggi nè l' occupazione, nè i soci prestatori che entrambi escono malconci dall' operazione prospettata ?
    L' entusiasmo manifestato oggi dal Sindaco riguardo l' intervento delle Coop Nord-Est al Silos (centro congressi, fitness, commerciale) non attenua le perplessità.

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  4. #COOPTRIESTE
    LA REGIONE "BLINDA" I DIPENDENTI COOP ????
    "GARANTISCE CASSA INTEGRAZIONE E ASSEGNI DI DISOCCUPAZIONE": E ALLORA ?????
    E' DOVUTO, NON E' MICA UN REGALO !
    Anche i dipendenti di Godina e tutti gli altri hanno gli ammortizzatori sociali ma sono in strada in una città in cui il commercio è in una crisi pazzesca !

    I titoli del Piccolo sono mistificanti e di parte: contrabbandare un diritto acquisito da tutti, pagando lauti contributi, per una concessione eccezionale della Giunta Regionale mira a nascondere la perdita reale di centinaia di posti di lavoro a Trieste, anche nell' indotto.

    La partigianeria della stampa locale non fa che aumentare le perplessità sulla operazione Coop che vede adesso finalmente anche la resistenza dei sindacati.

    Ieri lo stesso commissario giudiziario avv. Consoli dichiarava che l' azienda ora, pur con tutto il personale presente, E' IN ATTIVO nella gestione corrente.

    E sullo stesso giornale si parlava delle Cooperative Carniche, anche loro con 650 dipendenti, che pur essendo IN PASSIVO nella gestione ordinaria NON sono state poste in uno STATO DI LIQUIDAZIONE FALLIMENTARE DI FATTO COME INVECE SI FA CON LE COOPERATIVE OPERAIE DI TRIESTE.
    Grazie all' intervento delle istituzioni e dei politici che a Trieste invece sono rimasti a guardare, lasciando che intervenga il Tribunale con i suoi metodi giudiziari, che certo non sono utili al mantenimento di una attività imprenditoriale.
    E cercano pure di farsi passare per "salvatori" !

    TUTTI i beni e gli asset aziendali delle Coop Trieste sono messi in svendita al miglior offerente e l' azienda è DI FATTO, se non formalmente, IN LIQUIDAZIONE FALLIMENTARE, e i 110.000 soci triestini saranno espropriati dell' azienda che passerà, a prezzi stracciati, al sistema delle Cooperative dell' Emilia Romagna un colosso con 2.600.000 soci, gestito dalla "ditta" PD, in cui i soci delle Coop Trieste NON CI SARANNO A NESSUN TITOLO.

    Sistema delle Cooperative che sarebbe DOVUTO intervenire comunque, a costi ben più alti, per evitare il dilagare del "panico bancario" in tutta Italia, e l' esplodere del bubbone causato da una normativa assurda che consente a queste enormi aziende, che non hanno più nulla di cooperativo, di raccogliere risparmio senza le garanzie bancarie.

    Non si capisce qual' è la diversità pratica da una liquidazione fallimentare a tutti gli effetti, con grossi vantaggi per le Coop Nord Est e la Conad, entrambi aderenti alla Lega delle Cooperative, che acquisiranno gran parte dei negozi triestini.

    Sicuri che non ci sia una strada che, superando il "panico bancario" indotto, permetta una VERA continuità aziendale LASCIANDO LE COOP TRIESTINE NELLE MANI DEI 110.000 SOCI, pur esautorando una dirigenza incapace e asservita ai partiti italiani e alla Lega Nazionale?

    http://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2015/03/22/news/la-regione-blinda-i-dipendenti-coop-1.11095079

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